Scoperti indizi di un pianeta attorno a una stella morente

Rappresentazione artistica della nana bianca WD1054–226, circondata da anelli di detriti e da un pianeta situati nella sua zona abitabile (fonte: Mark A. Garlick / markgarlick.com) © Ansa

Un anello di detriti delle dimensioni della Luna è stato osservato per la prima volta in orbita nella zona abitabile di una nana bianca, una stella alla fine del suo ciclo vitale: la loro presenza potrebbe indicare l’esistenza di un pianeta ancora invisibile, sul quale sarebbe possibile trovare acqua allo stato liquido e quindi la vita.

La scoperta, pubblicata sulla rivista Monthly Notices of the Royal Astronomical Society, si deve a un gruppo internazionale di ricerca guidati dallo University College di Londra.

Gli autori dello studio hanno misurato la luce proveniente dalla nana bianca WD1054-226, a 117 anni luce di distanza da noi nella Via Lattea, utilizzando il New Technology Telescope (Ntt) dell’Osservatorio Europeo Meridionale (Eso), presso l’Osservatorio di La Silla in Cile, ed il telescopio spaziale Tess (Transiting Exoplanet Survey Satellite), della Nasa.

Con sorpresa i ricercatori hanno scoperto 65 nuvole di detriti che ogni 23 minuti oscurano la luminosità della stella, orbitandole intorno con grande regolarità. È stata proprio questa disposizione dei detriti così ordinata a suggerire la presenza di un pianeta nascosto, che manterrebbe i frammenti in posizione grazie alla propria attrazione gravitazionale. Senza questa influenza, infatti, le nuvole di detriti verrebbero disperse a causa delle collisioni, perdendo quindi l’eccezionale puntualità osservata nei passaggi davanti alla loro stella.

“Questa è la prima volta che sono stati osservati corpi celesti di qualsiasi tipo nella zona abitabile di una nana bianca”, ha affermato Jay Farihi, alla guida del gruppo di ricerca. Le strutture avvistate non sono solide e sferiche, ma irregolari e polverose, un po’ come le comete, e si trovano in una zona che rimarrà abitabile almeno per 1 altro miliardo di anni.

Anche il nostro Sole, tra diversi miliardi di anni, si trasformerà in una nana bianca, perciò la ricerca “potrà permetterci di scorgere un piccolo pezzetto del futuro che attende il nostro Sistema Solare”, aggiunge Farihi. Tuttavia la conferma dell’ipotetico pianeta misterioso sarà molto difficile e potrà avvenire solo per via indiretta: la nane bianche sono stelle molto deboli (molto più fioche del Sole), quindi l’unica possibilità per gli astronomi sarà mettere a confronto modelli costruiti al computer con ulteriori osservazioni della stella e dei detriti orbitanti.