Segnali extraterrestri captati dalla Cina

La notizia della rivelazione di diversi possibili segnali alieni, attribuita al capo del progetto di ricerca di civilizzazioni extraterrestri, il professor Zhang Tongjie, è uscita sul sito web del Science and Technology Daily, che è l’organo ufficiale del Ministero della Scienza e Tecnologia della Repubblica Popolare Cinese. Il professore diceva che i segnali avevano tutte le caratteristiche richieste, ma che studi più approfonditi sarebbero stati necessari per escludere si trattasse di interferenze dovute a segnali radio di origine terrestre, un pericolo costante nella nostra civiltà che vive immersa nei segnali radio.

Per chi cerca di seguire gli sviluppi delle attività scientifiche in Cina, il Science and Technology Daily è una fonte autorevole, continuamente monitorata e tradotta, e una notizia di questo genere non poteva certo passare inosservata. Peccato sia stata rapidamente cancellata.

Sono solo interferenze?

Mentre gli scienziati cinesi non rilasciano dichiarazioni, il chief scientist del SETI Research Center di Berkeley, Dan Werthimer, non ha dubbi che si tratti di interferenze prodotte dai trasmettitori, dai telefoni cellulari, dai computer, dai satelliti che comunicano tramite onde radio. Secondo Werthimer, un segnale vero da un oggetto celeste dovrebbe sparire se si cambia direzione di puntamento per poi riapparire quando si torni a puntare l’oggetto in questione. Se invece i segnali vanno e vengono, indipendentemente dalla direzione nella quale si osserva, sono interferenze. E, fino ad ora, tutti i segnali potenzialmente interessanti si sono rivelati essere interferenze. Persino Avi Loeb, stimato astrofisico dell’Università di Harvard, diventato famoso per avere ipotizzato che l’asteroide Oumuamua fosse una vela solare, cioè un relitto tecnologico di una civiltà extraterrestre, ha espresso scetticismo.